Gli scienziati l’hanno chiamato “effetto contagio sociale”. Nel 2007, uno studio rivoluzionario pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato come i comportamenti legati alla salute si diffondano attraverso le reti sociali.
Nicholas Christakis e James Fowler hanno analizzato per 32 anni come le abitudini salutari si trasmettono tra le persone connesse socialmente. La loro scoperta è fondamentale per gli ambienti di lavoro moderni, dove le persone condividono spazi e interazioni costanti.
Negli uffici moderni questa dinamica sociale assume ancora più forza. Le persone sono naturalmente esposte ai comportamenti dei colleghi durante tutta la giornata lavorativa. La condivisione degli spazi crea un terreno ideale per la diffusione di abitudini positive.
La sedentarietà in ufficio è un problema diffuso, ma questa scoperta scientifica apre nuove prospettive e una speranza: l’ambiente sociale può diventare un potente alleato per il cambiamento. Non servono grandi investimenti, ma una comprensione profonda di come il benessere si diffonde tra le persone.
Quali sono i 3 tipi di benessere?
La ricerca di Christakis e Fowler ha aperto una nuova prospettiva sul benessere nelle reti sociali. Quando applicata agli open space moderni, questa visione rivela tre dimensioni interconnesse che si influenzano a vicenda.
Il benessere fisico parte dal movimento. L’OMS indica in 150 minuti settimanali la soglia minima di attività per contrastare la sedentarietà. Lo stesso lay out degli uffici direzionali deve offrire possibilità di muoversi e spostarsi in maniera naturale. Su tutto ciò si basa UP150 che oltre ai percorsi intelligenti prevede vere e proprie” isole del benessere” che hanno la doppia funzione:
Ospitare un’attrezzatura “fitsmart” (un’attrezzatura fitsmart trasforma le azioni quotidiane in opportunità di movimento: ad esempio, per:
- asciugarsi le mani bisogna attivare uno stepper)
- Contagiare gli altri e promuovere il movimento.
Il benessere mentale emerge dalla gestione degli stimoli tipici degli spazi condivisi. Il cervello ha bisogno di alternare fasi di concentrazione e recupero. Il movimento diventa uno strumento naturale per gestire questo ritmo nell’ambiente aperto.
La dimensione sociale è amplificata negli spazi condivisi. Lo studio del New England Journal of Medicine ha dimostrato come i comportamenti si diffondano attraverso le reti sociali. Gli space office moderni creano un ambiente dove questa dinamica si intensifica naturalmente.
Non esiste gerarchia tra queste dimensioni. Ognuna influenza le altre in un sistema dinamico che rispecchia la natura degli spazi di lavoro moderni.
Cosa si intende per benessere mentale?
Il benessere mentale in ufficio non è solo assenza di stress. Gli studi di neuroscienze hanno rivelato come il nostro cervello necessiti di un equilibrio tra focus e recupero, proprio come un muscolo.
Il dottor John Ratey, professore di psichiatria ad Harvard, nel suo libro “Spark” ha documentato gli effetti del movimento sulla chimica cerebrale. Ogni volta che ci alziamo dalla scrivania, il cervello rilascia sostanze che migliorano umore e concentrazione.
La scoperta più interessante arriva dalle neuroscienze sociali: il movimento condiviso ha un impatto ancora più potente. Quando le persone si muovono insieme, il cervello entra in una sorta di sincronia che amplifica i benefici individuali.
Non è questione di performance atletiche. Sono i micro-movimenti ripetuti durante la giornata a fare la differenza. Il cervello risponde meglio a una stimolazione costante piuttosto che a singoli picchi di attività.
Quali sono le quattro regole del benessere?
Esistono alcuni principi fondamentali sul benessere nei luoghi di lavoro che emergono dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non sono regole rigide, ma indicazioni basate su evidenze scientifiche.
La continuità è il primo principio. L’OMS indica in 150 minuti settimanali la soglia minima di attività fisica per mantenere la salute. Non servono sessioni intense: il movimento può essere distribuito in piccoli momenti durante la giornata lavorativa.
Il secondo principio riguarda l’influenza sociale, documentata dagli studi di Christakis e Fowler. Le persone tendono naturalmente a replicare i comportamenti positivi dei colleghi, creando un effetto moltiplicatore sul benessere del gruppo.
Il terzo principio è la sostenibilità. Il movimento deve integrarsi naturalmente nella routine lavorativa. L’OMS sottolinea come i cambiamenti duraturi siano quelli che si adattano al contesto quotidiano.
Il quarto principio è l’equilibrio tra attività e recupero. Le pause attive, quando regolari, permettono al corpo e alla mente di mantenere un ritmo efficace durante la giornata.
Cosa si intende per benessere bio-psico-sociale?
Il modello bio-psico-sociale, introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, descrive la salute come risultato dell’interazione tra corpo, mente e ambiente sociale. In ufficio, questo si traduce in un approccio integrato al benessere.
La componente biologica riguarda il corpo in movimento. L’attività fisica regolare, anche leggera, contrasta gli effetti della sedentarietà. Il corpo umano è progettato per muoversi, non per restare fermo otto ore al giorno.
La dimensione psicologica emerge dal legame tra movimento e stati mentali. Lo studio di Christakis e Fowler ha evidenziato come le abitudini salutari influenzino anche il benessere emotivo. Quando ci muoviamo, il cervello risponde producendo sostanze che migliorano l’umore.
L’aspetto sociale completa il quadro. Il benessere si costruisce attraverso le relazioni. Lo stesso movimento, quando condiviso, acquista una dimensione collettiva. Non è solo questione di fare esercizio: è creare un ambiente dove il movimento diventa naturale.
Queste tre dimensioni formano un sistema unico. Un cambiamento in una sfera influenza le altre, creando un effetto a catena positivo sull’intero ambiente lavorativo.
Conclusioni ed evidenze
Le evidenze scientifiche presentate, dalla ricerca pionieristica di Christakis e Fowler agli studi di neuroscienze del Dr. Ratey, confermano in modo inequivocabile la validità del modello bio-psico-sociale nel contesto lavorativo. Non si tratta più di teorie astratte, ma di una roadmap concreta per trasformare gli uffici moderni. Il “contagio sociale” positivo, unito alla comprensione dell’interconnessione tra benessere fisico, mentale e sociale, fornisce finalmente agli spazi di lavoro gli strumenti necessari per promuovere la salute in modo naturale ed efficace. La strada è tracciata: il futuro degli uffici non è solo quello di ospitare il lavoro, ma di diventare veri e propri ecosistemi dove il benessere si diffonde e si auto-alimenta attraverso le relazioni sociali e l’ambiente stesso.